Maxima-Minima by Ernst Jünger

Maxima-Minima by Ernst Jünger

autore:Ernst Jünger [Jünger, Ernst]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2024-03-10T23:00:00+00:00


Dove prende piede la capacità tecnica, dove essa poggia assai vicino all’incommensurato, gli elementi della volontà si fanno da parte a favore della pura conoscenza, la quale diventa un gioco, una visione sublime, una percezione delle più sottili oscillazioni dell’universo e della loro armonia. A fronte di ciò la consapevolezza del potere garantita dalle grandi impalcature scivola sullo sfondo, resta facilmente invischiata in affari fuorvianti. Archimede, dopo aver difeso la sua città con macchine ingegnose, viene colpito mentre fantastica in giardino sulle sue circonferenze.

Il Leitmotiv della tecnica è di natura matematica e la sua historia in nuce annovera in effetti la storia dei grandi matematici. Di là si dipanano i fili nelle scienze e nella prassi. Prima di prendere piede in questi ambiti, si affermò la determinazione, o anche la concezione, delle relazioni numeriche in quanto chiavi che non solo conducono all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande, ma fino al trascendente. In ogni grande matematico si cela un metafisico.

Come preistoria bisogna considerare la conquista del numero in quanto tale, un’avventura dello spirito umano di cui si perde ogni traccia nell’oscurità. I numeri sono potenti affioramenti dall’essere. Non possiamo attribuire i trionfi così raggiunti alla mera capacità di astrazione. Subentra qualcosa di immediato, una sorta di iniziazione – e non si tratta di un atto che abbia luogo una volta per tutte, bensì di un evento che si prolunga nel corso dei millenni. E allora, come se lo spirito si guardasse in uno specchio chiaro, esso arriva a stupirsi della propria potenza. L’ispirazione sta al di là degli studi e delle fatiche a essi connesse, così come la grazia sta al di là della preghiera. Pitagora vide la sua figura geometrica nel bagno, Bohr intuì il modello dell’atomo su un autobus. In un passo della sua autobiografia in cui si tratta di ottica, Max von Laue dice che neanche l’intelligenza più acuta è sufficiente per cogliere le strutture più sottili; deve sopravvenire una capacità innata, una sorta di genuina vibrazione.



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